In occasione del pride di Milano di domani sabato 30 Giugno pubblico la mia lettera a Susanna Camusso vittima sul web di una stupida e violenta campagna denigratoria per una foto scattata insieme a me in occasione del Roma Pride 2018.
Carissima Susanna Camussosento il bisogno di scriverle a proposito della campagna diffamatoria di cui è stata oggetto a motivo di una foto scattata durante il Pride di Roma con me e con Tommaso Mr Leather Italia 2018, foto che è stata ripresa dal Corriere nel sua web gallery e che è stata utilizzata in in modo improprio da blogger, giornalisti di parte, accusandola di non stare dalla parte dei lavoratori, ma di sostenere le persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, intersex e asessuali nel loro pride.E la ringrazio perchè la divisa che indossavamo sottolineava evidentemente la nostra appartenenza alla comunità gay leather fetish italiana: eravamo infatti al Pride di Roma per sfilare con orgoglio insieme al gruppo del Leather Club Roma, una comunità con storia più che ventennale che svolge un ruolo sociale importante per le persone fetish / leather ed è un riferimento per tante persone che si riconoscono in quella identità anche a livello nazionale.Questa divisa che indossavamo l’ha anche un attimo disorientata, perchè quell’aspetto lei lo ha associato a qualcosa di anti-democratico e non in linea con il suo pensiero politico. Ho voluto subito tranquillizzarla su questo dicendole che sono antifascista e che partecipavamo convintamente col gruppo del Leather Club Roma al Pride della Brigata Arcobaleno, con presenza anche di nostri soci sui manifesti del Pride assieme ai partigiani e alle Famiglie Arcobaleno, a giovani e coppie e anziani LGBTQIA e anche ai genitori della Rete Genitori Rainbow, genitori lgbt con figli da relazioni eterosessuali, di cui indossavo la maglietta (sono infatti anche un genitore, oltre ad essere un lavoratore come del resto tutte le categorie di persone che ho citato, con una figlia maggiorenne che mi supporta in un progetto di visibilità contro i pregiudizi).La ringrazio quindi di aver avuto fiducia e di essersi lasciata fotografare con noi; sono orgoglioso che il nostro sindacato riconosca le diversità e sia al nostro fianco come genitori, come famiglie, come singoli e singole, ovvero come persone LGBTQIA delle più diverse identità che comprendono anche quella del mondo leather e fetish.La divisa che indossiamo rappresenta una comunità con una storia e con dei valori; essa connota la nostra sessualità e il nostro immaginario erotico. L’utilizzo di divise in ambito gay/fetish è anche un mezzo di decostruzione degli stereotipi maschilisti associati alle divise stesse, una forma di smascheramento e destrutturazione dei meccanismi del potere. Le relazioni gay/fetish/bdsm sono sempre improntate ad una profonda (e negoziata) consensualità, al rispetto reciproco e al reciproco piacere, alla consapevolezza che il “potere” è frutto di una (temporanea e sempre revocabile) delega, trasformandosi altrimenti in violenza. La nostra “frequentazione” delle divise ci rende come comunità consapevoli che esse si indossano e poi si tolgono; che l’esercizio del potere è una questione di ruoli e circostanze; ci aiuta a evidenziare e destrutturare i meccanismi del potere, rendendoci evidente dietro il “potente” di turno, dietro chi indossa una qualunque divisa nel mondo reale: una persona né più né meno come noi.Grazie quindi per questa partecipazione alla nostra esperienza del Pride romano, che per noi ha particolare valore di riconoscimento e di visibilità della nostra comunità.Se poi vediamo l’uso che certi gruppi hanno fatto della nostra foto in campagne ulteriormente denigratorie razziste e violenze, mi pregio di essere al suo fianco in quei volantini che affermano la nostra presenza reale nel mondo, siamo persone, lavoratori, immigrati e come essere umani abbiamo gli stessi diritti degli altri che devono essere riconosciuti.Fabrizio Paoletti, Mr Leather Italia 2017
Riferimenti: